Augusto, il primo imperatore romano. Prima parte
La nuova Età dell'Oro
Con l'imperatore Ottaviano Augusto, dopo oltre un secolo di guerre civili
ebbe inizio la Pax Augusta, una nuova era nella storia di Roma. Ebbero termine le contese per il potere che avevano visto battaglie cruente (e sanguinose vendette) fra le contrapposte fazioni di Mario e Silla, di Cesare e Pompeo e infine di Ottaviano stesso prima contro Bruto e Cassio e poi contro Marco Antonio e Cleopatra.
Tornata la pace – almeno in Italia – ai veterani furono assegnate nuove terre, si consolidò il sistema delle ville e delle centuriazioni, l'agricoltura, l'allevamento e i commerci si espansero, e l'economia rifiorì.
Ebbe inizio una nuova "Età dell'Oro", una stagione di pace e prosperità che pose le basi economiche e sociali per la successiva espansione dell'impero, che raggiunse la massima estensione durante il regno di Traiano.
Augusto fece numerose riforme politiche, amministrative e sociali, rese più sicuri i confini. Costruì nuovi edifici pubblici e
potè dire di aver trovato una Roma di legno e pietre, e di averla lasciata spendente di marmi.Con la vittoria di Azio nel 31 a.C. Augusto divenne l'uomo solo al potere, che esercitò con grande prudenza e saggezza. Memore della morte cruenta di Giulio Cesare, tenne un basso profilo alternandosi al consolato con altri senatori, per non essere accusato di aspirare alla dittatura. Nel 28 a.C. i senatori lo acclamarono Princeps e nel 27 a.C. gli conferirono il titolo di Augustus.
Con un formale atto di sottomissione al Senato e alla potente aristocrazia romana, Ottaviano – che da quel momento sarà semplicemente Augusto – si proclamò Primus inter Pares.: ma in realtà non era affatto uguale agli altri.
Nel 42 a.C. aveva presieduto la cerimonia di apoteosi del padre adottivo Giulio Cesare, decretata dal Senato, durante la quale era apparsa una stella o una cometa, il Sidus Iulium, segno divino che ne confermava l'ascesa al cielo fra gli dèi. Nel 29 a.C. dedicò un tempio a Cesare nel luogo dove era stato cremato ed era apparsa la stella. Nel contempo assunse la massima carica sacerdotale romana: Pontifex maximus,
.
Con la divinizzazione di Cesare,
Augusto divenne semi-divino, essendo figlio di un dio (divi filius, titolo che ricorre nelle epigrafi imperiali). Augusto apparteneva alla Gens Iulia che vantava una discendenza da Enea e dalla dea Venere. Era quindi un gradino più su di tutti gli altri, l'intermediario fra uomini e dei, e divenne imperatore per esplicita scelta e volontà divina.
Per dar prova di modestia, Augusto rifiutò la proposta di
Agrippa di sistemare una sua statua all'interno del Pantheon accanto a quella di Giulio Cesare; chiese e ottenne che venisse messa all'esterno, per ricordare che lui non era (ancora) un dio. Onori divini vennero tuttavia tributati al suo Genius, mentre era ancora in vita.
Nel 9 a.C. fu inaugurata l'Ara Pacis, per commemorare le vittoriose spedizioni militari di Augusto che consolidarono le conquiste romane in Spagna e Gallia meridionale, dove fu eretto il Trofeo di La Turbie (oggi in Francia vicino a Nizza) per ricordare a tutti la conquista di Roma.
L'Ara Pacis era un vero e proprio manifesto propagandistico della Gens Julia e della sua discendenza da Enea e dalla dea Venere; Augusto e i membri della sua famiglia vi sono raffigurati in processione; all'interno vi era un altare.
Nello stesso anno fu costruito l'Horologium Augusti, una gigantesca meridiana piana che serviva a controllare la precisione del Calendario giuliano: Augusto lo aveva riformato per rimetterlo in pari con le stagioni a causa di una discontinua applicazione dell'anno bisestile che aveva sfalsato le stagioni.
Due monumenti che hanno un preciso significato archeoastronomico legato alla sacralità del Potere come spiegato nel libro di Marina De Franceschini e Giuseppe Veneziano "Villa Adriana. Architettura Celeste. I segreti dei Solstizi".