Grazie alla collaborazione con lo studioso croato Zlatko Andrijašević – che aveva visto su Internet le nostre scoperte sull'Arco ed il Quadrato di Luce nel Pantheon di Roma – nel 2021
abbiamo scoperto l’orientamento astronomico del Vestibolo del Palazzo di Diocleziano a Spalato (Split, Croazia). Nei giorni del Solstizio estivo l’oculo della cupola del Vestibolo crea una splendida illuminazione sul lato nord. Come sempre, la luce del Sole era un segnale della presenza favorevole della divinità. Il Vestibolo doveva essere il luogo dove si svolgevano i complessi cerimoniali religiosi legati al culto imperiale, che preludono a quelli ancor più elaborati del mondo bizantino.
Diocleziano fu uno degli ultimi grandi imperatori romani: cercò di risollevare le sorti dell’Impero romano che nel III sec. d.C. attraversava una grave crisi economica e politica, in balia di opposte fazioni di imperatori-usurpatori, a capo di rispettivi eserciti.
Per garantire una successione al potere imperiale stabile e duratura,
Diocleziano escogitò il sistema della Tetrarchia con due Augusti (Dioclezano e Massimiano) e due Cesari (Galerio e Costanzo) che erano gli eredi designati.Diocleziano era Augustus maior, il più importante dei due: poteva emanare le leggi anche per tutti gli altri, oltre a regnare sulla parte più ricca dell’Impero.
L’imperatore era un dio: Dominus et Deus, rector orbis ac dominus, fundator pacis aeternaem, providentissimo princeps, cioè
«Signore e dio, dominatore del mondo e signore, fondatore della pace eterna e principe provvidentissimo». «Fondatore della pace eterna» si riferisce a uno dei compiti più importanti dell’imperatore romano,
mantenere la Pax Deorum cioè un buon rapporto con le divinità affinché proteggano l’Impero.Alla denominazione di
Augustus vennero aggiunti due significativi appellativi:
Jovius riferito a Giove per Diocleziano, ed
Erculius riferito
ad Eracle (o Ercole) per Massimiano. Vicino al Mausoleo di Spalato vi era un Tempio di Giove, trasformato nell’attuale Battistero: è possibile che fosse in relazione con l’attributo
Jovius dell’imperatore e quindi con il culto imperiale.
N
el 274 d.C. l’imperatore Aureliano introdusse nuovamente a Roma il culto del Sol Invictus, che divenne Culto di Stato. Nei giorni del Solstizio invernale la festa del
Dies Natalis Solis Invicti sostituì definitivamente quella dei Saturnalia. Il dio Sole divenne Dominus Populi romani, e l’imperatore Aureliano
Dominus et Deus, divinizzato già in vita in quanto discendente del dio Sole per nascita.
Diocleziano fu devoto del Sol Invictus, e adottò i simboli della regalità creati da Aureliano, come il diadema ed il mantello tempestato di pietre preziose; era raffigurato con il nimbus, una specie di aureola. Tutti dovevano prostrarsi davanti a lui.
L
e illuminazioni (ierofanie) erano una manifestazione della divinità dell'imperatore/dio Sole; la sacralità del suo potere veniva estesa anche alla sua Corte (Sacrum Concistorium) ed al Palazzo stesso (Sacrum Palatium): uno status divino che li poneva al di sopra di tutto e di tutti.
Le ierofanie che avvengono nel Vestibolo durante i giorni del Solstizio invernale (21 dicembre) sono particolarmente significative, perch
é Diocleziano era nato il 22 dicembre: quindi il Dies Natalis del Sol Invictus e dell’imperatore-dio coincidevano, a riprova del suo essere divino.
Veniva «sbiancato» dalla luce che lo illuminava come un riflettore teatrale.
Le ierofanie del Solstizio estivo erano altrettanto importanti, perché in quella data l’imperatore Eliogabalo aveva istituito delle processioni in onore del Sol Invictus e Jupiter: quindi nuovamente vi è un riferimento a Jovius ed al Culto imperiale, nonché al massimo rigoglio della Natura legato al ciclo delle Stagioni.
Le ierofanie dell’Equinozio dovevano avere un significato particolare, ma nel calendario romano non vi erano corrispondenze con precise festività, come nel caso dei Solstizi
. Un riferimento può essere che l’Equinozio di primavera coincide con la data del concepimento di Diocleziano, che era nato il 22 dicembre; stessa cosa era avvenuta con Augusto, che era nato il 23 settembre (Equinozio) e quindi era stato concepito il 21 dicembre (Solstizio d'inverno) ragion per cui veniva associato al segno del Capricorno, che compare ad esempio nella Gemma Augustea, che ricorda la sua divinizzazione.
La divinità dell’imperatore-dio e dei tetrarchi era quindi confermata e sottolineata dalle ierofanie che erano un segnale divino. Il potere degli Augusti era reso sacro dalla loro discendenza divina dal Sol Invictus, col quale si identificavano. Essendo dèi, venivano adorati dal popolo che doveva loro obbedienza assoluta.
Vi era quindi un aspetto “politico” legato alla propaganda del potere imperiale: le persecuzioni dei cristiani furono causate proprio dal loro rifiuto di riconoscere la divinità dell’imperatore, perché implicitamente ne minava l’autorità e il potere.
Le ierofanie e l’identificazione con il Sole in ultima analisi servivano alla legittimazione sacra del potere e della successione imperiale: i due Cesari successori designati erano divini, un gradino più in alto rispetto ad altri aspiranti al trono; cosa che almeno in teoria avrebbe dovuto impedire agli eserciti di scegliere e nominare altri imperatori-usurpatori in perenne lotta fra loro.
(Estratto dall’articolo pubblicato sugli Atti del 25° Seminario Alssa).