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TIBERIO, AUGUSTO E LIVIA

Tiberio Iulius Caesar Augustus nacque il 16 novembre del 42 a.C. e fu il secondo imperatore romano. La sua vita familiare fu travagliata, perché per motivi politici e dinastici anche in età adulta dovette sottostare al volere di altri, soprattutto a quelli di Ottaviano Augusto.

Per meglio comprendere le sue vicende bisogna ricostruire l'intricata genealogia della famiglia. Era figlio di Tiberio Claudio Nerone e di Livia Drusilla, trent'anni più giovane del marito, ed ebbe un fratello di nome Druso (Druso maggiore).
Livia divorziò dal primo marito ormai anziano per sposare Ottaviano Augusto, che adottò i suoi due figli. Ma portò con sé solo il figlio minore, Druso mentre Tiberio rimase con l'anziano padre fino a quando morì.

Augusto gli fece sposare Vipsania Agrippina, figlia di Marco Vipsanio Agrippa e della sua prima moglie Cecilia Attica. Un matrimonio combinato ma felice, dal quale nacque Giulio Cesare Druso (Druso minore). 
Qualche anno dopo, nell'11 a.C., Augusto costrinse Tiberio a divorziare, per dargli in moglie sua figlia Giulia (figlia della seconda moglie Scribonia e vedova di Agrippa), dalla quale Tiberio ben presto divorziò per la sua condotta scandalosa. Giulia fu poi esiliata a Ventotene.

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L'Impero Romano ai tempi di Tiberio

Augusto e Livia non ebbero figli, quindi si pose il problema della successione. Gli eredi designati erano i nipoti di Augusto, Lucio Cesare e Gaio Cesare, figli di Giulia e di Agrippa. Poi vi erano i figli di Livia, cioè Tiberio (con il figlio Druso minore)  e suo fratello Druso (con il figlio Germanico)
Nel giro di diversi anni morirono tutti, tranne Tiberio.

Il primo fu il fratello, Druso maggiore; poi il nipote Germanico (adottato da Tiberio) che fu inviato in guerra in oriente ma morì in circostanze misteriose dopo lunghe sofferenze; si sospettò che fosse stato avvelenato da Lucio Calpurnio Pisone, uomo di fiducia di Tiberio che gli era stato affiancato. Poi morì Druso minore, figlio di Tiberio, che rimase senza eredi.

Gli altri nipoti di Augusto, Lucio Cesare e Gaio Cesare morirono l'uno dopo l'altro in circostanze oscure, il primo in Gallia per una malattia e il secondo in Licia per le ferite riportate in un agguato. Già all'epoca si sospettava che dietro vi fosse la mano di Livia, madre di Tiberio, come attestano Svetonio e Tacito che non avevano alcuna simpatia per lui ed alimentarono la leggenda di uomo crudele e paranoico. Cosa peraltro comprensibile perché la sua vita fu costellata da tradimenti in ambito familiare, e da pericolose congiure come quella di Seiano, che furono sanguinosamente punite.   

In realtà Tiberio fu un ottimo generale, il migliore del suo tempo, prudente e pragmatico, soprattutto quando operò in Germania. Fu anche un buon amministratore, e seppe gestire il passaggio dal potere collegiale del Senato a quello centralizzato dell'imperatore.

Predicava le antiche virtù romane della disciplina e del dovere, e non fece nulla per ingraziarsi il popolo, guadagnandosi la nomea di uomo introverso e scontroso, alla quale si aggiunsero le leggende sulla sua vita depravata nell'isola di Capri, dove si rifugiò negli ultimi anni della sua vita pur continuando ad amministrare l'impero.

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