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BREVE STORIA DELL'IMPERATORE ADRIANO

Publio Elio Adriano, nato il 24 gennaio del 76 d.C. ad Italica (in Spagna), è considerato uno dei più grandi imperatori dell’antichità romana. 

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Viene ricordato per la sua cultura, l’amore per le arti e per gli straordinari edifici che ci ha lasciato, fra i quali il Pantheon, Villa Adriana e il suo Mausoleo, l’attuale Castel Sant’Angelo.
Secondo le fonti latine, tutt’altro che imparziali, alla fine del suo regno era odiato per la sua crudeltà, ed il Senato cercò di opporsi alla sua divinizzazione, ottenuta da Antonino Pio dopo molte insistenze.

Adriano fu iniziato ai Misteri Eleusini, ma al contempo si proclamò custode delle tradizioni religiose romane. Secondo l’Historia Augusta coltivò l’astrologia e l’astronomia (che all’epoca erano un’unica disciplina) vantandosi di aver previsto tutti gli avvenimenti propria vita, persino l’ora della propria morte.

Rimasto orfano del padre, era stato affidato a Traiano col quale era imparentato, e poi ne sposò la nipote Vibia Sabina, rafforzando i legami familiari.
La sua carriera militare iniziò con le guerre in Dacia a fianco di Traiano, che dopo la vittoria sui Parti lo nominò Cesare, facendone in pratica il suo successore designato. L’imperatrice Plotina si adoperò per favorire la sua successione al marito, che lo adottò in punto di morte.

Il Senato non lo amava, e gli avrebbe preferito un personaggio più malleabile, preferibilmente di sua scelta; il regno di Adriano inizio quindi con una congiura di due senatori e due generali, che poi vennero condannati a morte.

antinoo.jpgIl conflitto di potere fra l’aristocrazia senatoria e il princeps era nato già con Augusto e l’impero stesso. Adriano ridusse il potere del Senato con una serie di importanti riforme legislative e amministrative che accentrarono il comando nelle sue mani.  Non fece nulla per ingraziarsi i senatori che cercarono di ostacolarlo e diffamarlo in ogni modo, deridendolo perché «aveva pianto come una donnicciola» alla morte del suo favorito Antinoo, morto annegato nel Nilo nel 130 d.C. in circostanze misteriose.

Per legittimare il proprio potere e facendo un abile uso della propaganda, Adriano si proclamò rinnovatore dei fasti di Roma e ideale continuatore dei suoi padri fondatori, rifacendosi soprattutto ad Augusto. Come lui decise di porre un freno alle continue guerre d'espansione, rinunciando ad alcuni territori di recente conquista per consolidare i confini dell’impero e renderli più sicuri. Con tale intento pare che abbia fatto demolire il grandioso ponte sul Danubio di Apollodoro di Damasco perché era diventato la via maestra per le razzie e le invasioni dei barbari.

Adriano restaurare o costruire templi e santuari, anfiteatri e terme, e lasciando Roma e l’impero rinnovati e fastosi. La costruzione del nuovo tempio di Venere e Roma fu un modo di riallacciarsi ad Augusto e alla gens Iulia, sottolineando le origini divine del potere imperiale e collegandolo al Culto imperiale.

Adriano era perfettamente consapevole dell’importanza dell’esercito per mantenere il potere, e fece generosi donativi al momento dell’ascesa al trono. Poi avviò una serie di importanti riforme: una nuova regolamentazione della vita militare, il reclutamento su base territoriale e locale, esercitazioni e norme giuridiche sui diritti e doveri dei militari.
I suoi viaggi in tutto l’impero servirono a verificare e controllare di persona le situazioni ed i problemi dei legionari e a promuovere relazioni diplomatiche e culturali con le aristocrazie locali.
In tal modo ripristinò la disciplina dell’esercito che di lì a poco, a partire da Marco Aurelio, avrebbe dovuto affrontare le invasioni barbariche e grandi sfide.

Questo e molto altro sull’imperatore Adriano e la sua vita potete leggere nel primo capitolo del libro di Marina De Franceschini «Castel Sant’Angelo. Mausoleo di Adriano. Architettura e Luce».


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