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IL MAUSOLEO DI CECILIA METELLA SULLA VIA APPIA

Fin dall’epoca repubblicana nel mondo romano e italico le tombe dei più celebri personaggi vennero costruite lungo le grandi vie consolari per avere la massima visibilità, perché erano un modo di celebrare la potenza e la ricchezza delle loro casate.
L’Appia antica, la Regina Viarum era una delle preferite, essendo sicuramente la strada più prestigiosa e importante. Lungo di essa, fra il secondo e terzo miglio, fu costruito il Mausoleo di Cecilia Metella, appartenente all'antica Gens romana dei Caecilii.

L'iscrizione funeraria ci dice che Cecilia Metella era figlia di Quinto Cecilio Metello Cretico,
console del 69 a.C., detto Cretico perché aveva aveva celebrato il trionfo dopo aver annientato i temibili pirati di Creta, conquistando l'isola che divenne parte della provincia romana di Creta e Cirenaica.

Cecilia Metella era moglie di Crasso, probabilmente il figlio di quel Marco Licinio Crasso che nel 71 a.C. aveva soffocato nel sangue la rivolta degli schiavi capeggiata da Spartaco, crocefiggendone ben seimila lungo quella stessa via Appia. Nel 60 a.C. fu triumviro assieme a Cesare e Pompeo.

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Il Mausoleo col suo basamento 
Il Mausoleo venne costruito alla fine del I sec. a.C., più precisamente fra il 25 ed il 10 a.C., ed ha un basamento quadrangolare in calcestruzzo alto otto metri. Si vedono ancora i blocchi di travertino che non era stato possibile asportate nella tarda antichità, e tutto attorno le mura del Castello medievale dei Caetani che lo incorporarono.

Su basamento quadrangolare sorge un grande corpo di fabbrica cilindrico, del diametro di 30 metri, che conserva ancora il rivestimento originale in lastre di travertino e in alto era coronato da una merlatura. Il tetto era a cupola forse circondato da un tumulo.
Il cilindro era alto trentanove metri e sotto la merlatura si vede ancora parte di un fregio con bucrani e ghirlande, tipico dei monumenti funerari, dal quale deriva il nome medievale di questo luogo: Capo di Bove.

La camera funeraria è scavata dentro il Mausoleo, ed ha la sua stessa altezza; era un cilindro cavo con paramento in laterizi, che doveva esseere rivestito di marmo. Era coperta da una cupola della quale rimane solo un anello con blocchi di travertino. Vi si accede con un corridoio (dromos) nella parte bassa del Mausoleo.

Alla fine del Duecento per la forma a torre e la sua collocazione strategica lungo la via Appia, il Mausoleo divenne il fulcro del Castellum Caetani, le fortificazioni medievali che controllavano l'accesso alla città di Roma. Dopo i Caetani di papa Bonifacio VIII, che edificarono anche la vicina chiesa di San Nicola, passò in possesso di varie famiglie romane: i Savelli, i Colonna, gli Orsini e infine i Torlonia.
I Torlonia possedevano i terreni vicini, dove sorge un'altra grande tomba monumentale della via Appia: il Mausoleo di Romolo, il figlio di Massenzio morto nel 309 d.C., accanto al quale fu costruito il Circo di Massenzio dove si celebravano giochi funebri in suo onore.

Il Mausoleo di Cecilia Metella fu costruito negli stessi anni in cui Augusto costruì il proprio Mausoleo,
la prima grande tomba dinastica imperiale he abbiamo descritto in altri blog. Sicuramente si ispirarono ai grandi tumuli etruschi ed anche alle grandi tombe monumentali di epoca ellenistica, come il Mausoleo di Alicarnasso, una delle Sette meraviglie del mondo.

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L'iscrizione funeraria  li Cecilia Metella 
Entrambi servirono come modello al Mausoleo di Adriano, la cui vicenda storica è analoga a quella del Mausoleo di Cecilia Metella, perché per la sua forma circolare a torrione fu trasformato in fortezza e incluso nelle fortificazioni medievali di Roma a difesa dell'accesso alla citta, facendo pagare un dazio.

Tutto questo è spiegato in dettaglio nel libro di Marina De Franceschini «Castel Sant'Angelo. Mausoleo di Adriano. Architettura e Luce» che ne ricostruisce la storia e la trasformazione da tomba imperiale a imprendibile fortezza.

Rif. Bibliografico
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