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VILLA ADRIANA. LE PICCOLE TERME E LA SALA OTTAGONA

Villa Adriana aveva diversi impianti termali: le Piccole Terme, le Grandi Terme, le Terme con Heliocaminus e infine la piccola terma privata del Teatro Marittimo.

Tutte avevano un percorso che partiva da ambienti freddi ed arrivava ad ambienti caldi. La parte fredda, il frigidarium, aveva vasche con acqua fredda. La parte tiepida (tepidarium) era preceduta dallo spogliatoio (apodyterium) ed poi aveva una zona calda (caldarium) con vasche di acqua calda che terminava nella cosiddetta sudatio, una vera e propria sauna rovente.

Gli ambienti caldi avevano un doppio pavimento, con un'intercapedine cava sostenuta da colonnine in laterizio (suspensurae), all'interno della quale si faceva circolare aria calda, proveniente da fornaci sotterranee (praefurnia) nelle quali si bruciava legna per riscaldare l'aria e anche l'acqua per le vasche.

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Per razionalizzare la gestione degli impianti di riscaldamento, tutti gli edifici termali  di Villa Adriana vennero collocati nella stessa zona, fra il Pecile ed il Vestibolo, a breve distanza l'uno dall'altro.

Erano collegati a un una rete di corridoi sotterranei di servizio riservati agli schiavi addetti alle fornaci, che terminavano all'aperto con una via carrabile che costeggiava le Cento Camerelle, utilizzata dagli schiavi che vi abitavano e dai carri che trasportavano la legna da ardere e altre provviste.

Le Piccole Terme avevano ambienti freddi, tiepidi e riscaldati, vasche per l’acqua calda e fredda. Il Frigidarium è perfettamente conservato: ha due grandi vasche per l’acqua fredda un tempo rivestite in marmo bianco e accessibili con gradini.

Fra gli ambienti riscaldati delle Piccole Terme il più importante e spettacolare è la Sala Ottagona, uno dei capolavori dell'architettura della Villa. È stata riaperta al pubblico pochi anni fa dopo interminabili lavori di restauro che hanno consolidato la sua cupola, dotandola di una copertura trasparente.
L'altezza della cupola equivale al suo diametro, quindi al suo interno può essere inserita una sfera perfetta, come avviene nel Pantheon di Roma.

La Sala ha la forma di un ottagono con pareti concave e convesse, che sostengono una cupola circolare, raccordando il cerchio con ottagono in modo eccezionale, usando l'opera cementizia romana con grande maestria. Per questo motivo la Sala è stata disegnata, studiata ed ammirata da alcuni dei più grandi architetti del Rinascimento e del Barocco; e ancor oggi stupisce gli architetti moderni, dato che la cupola non ha cemento armato.

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Dalle porte della Sala Ottagona si vedono suggestivi scorci prospettici verso gli ambienti circostanti, come la grande Sudatio circolare PT18.
Il lato nord-est delle Piccole Terme è obliquo ed ha riutilizzato un muro in opera reticolata che apparteneva alla preesistente villa di età repubblicana che fu poi incorporata nella Villa di Adriano. Ciò permise di raccordare il diverso orientamento dell'Edificio con Tre Esedre e del Quadriportico con quello del Vestibolo, come si vede nella pianta.

Le Piccole Terme facevano parte della Residenza Imperiale, il gruppo di edifici riservati esclusivamente all'imperatore, formato dall’Edificio con Tre Esedre, Ninfeo Stadio, Edificio con Criptoportico e Peschiera (o Palazzo d’inverno), Quadriportico e Piccole Terme.
Queste ultime si distinguevano dagli altri edifici termali per la complessità dell'architettura e per la preziosa decorazione in marmo: qui si sono conservati alcuni dei più bei pavimenti in opus sectile della Villa.

Concludiamo smentendo l'assurda "leggenda metropolitana" secondo la quale le Piccole Terme erano riservate alle donne mentre le Grandi Terme erano destinate agli uomini. Niente di più falso: gli utenti si differenziavano per il loro rango, come indicano i pavimenti: marmi preziosi per le Piccole Terme, che erano riservate all’Imperatore e alla sua Corte. Semplici pavimenti in mosaico bianco e nero per le Grandi Terme, che erano riservate al personale, ai funzionari e fors'anche agli schiavi.

Potete scoprire di più su Villa Adriana nel libro di Marina De Franceschini «Villa Adriana. Architettura Celeste. I segreti dei Solstizi» e a questo link



Rif. Bibliografico
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