ISTANBUL - LA GRANDE CISTERNA ROMANA YEREBATAN SARAYI
I Romani furono maestri dell'arte idraulica che avevano appreso dagli Etruschi. Grazie all'invenzione dell'arco, che permise la costruzione di lunghissimi acquedotti, la portarono ai massimi livelli di sempre.
L'acqua serviva per le terme, le fontane e le fognature: quando gli acquedotti andarono fuori uso nella tarda antichità – per mancanza di manutenzione – iniziò l'epoca delle terribili pestilenze medievali.
Prima di fondare una città i Romani stabilivano come rifornirla di grandi quantità d'aqua: individuavano un fiume o una sorgente adatti e costruivano un acquedotto per portarla fin dove volevano.
L'acquedotto veniva in parte scavato nella roccia, ma quando era necessario superare dei dislivelli passava sugli archi di grandiose strutture conservate in molte città romane.
A Instanbul – l'antica Costantinopoli – esiste ancora un grande acquedotto che fu progettato da Costantino il Grande quando ne fece la capitale dell'Impero; venne completato dall'imperatore Valente nel 368 d.C.
Nel suo punto di arrivo si vedono i resti di una "torre d'acqua", struttura che serviva a ridurne la pressione prima di distribuirla in tutta la città. dove vi erano centinaia di cisterne e relativi impianti di distribuzione (castellum aquae).
Nel 532 d.C. – oltre 150 dopo la sua costruzione – le acque dell'acquedotto vennero convogliate anche nella grande Cisterna Basilica (Yerevatan Saray) che si trova poco lontano dalla Torre d'acqua.
È una delle più grandi e spettacolari cisterne del mondo antico. Fu costruita dall'imperatore Giustiniano I (527-565), che riadoperò colonne, marmi ed altri materiali prelevati dagli antichi edifici romani ormai andati in rovina. Infatti della antica città di Costantino rimane ben poco.
La Cisterna Basilica misura 140 x 70 metri ed ha in tutto 336 colonne alte circa 9 metri, con capitelli dorici o corinzi e fusto in marmo o granito. Vi sono frammenti di architravi che vennero sagomati per trasformarli in colonne, co
Notevoli due grandi frammenti di un rilievo con colossali teste di Medusa, sulle quali poggiano altre colonne. Si vedono gli occhi e i capelli del mostro a forma di serpente.