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VILLA ADRIANA: I CANDELABRI BARBERINI

VILLA ADRIANA: I CANDELABRI BARBERINI

I Candelabri Barberini – che pochi conoscono – sono stati rinvenuti nel Seicento nell’Accademia di Villa Adriana dai proprietari Bulgarini. Furono restaurati mettendo insieme frammenti diversi, e poi donati o venduti al cardinal Francesco Barberini, che fu Governatore di Tivoli dal 1624 al 1631.

Alti oltre due metri, hanno una base triangolare decorata da finissimi bassorilievi, raffiguranti Ares, Afrodite e Atena nel primo candelabro, e poi Zeus, Hera e Hermes nel secondo. Più in alto è un fregio con palmette e teste di leoni. Il fusto è composto da cespi vegetali sovrapposti che sostengono una grande coppa in marmo nella quale doveva essere sistemato un braciere in bronzo.  

Le figure degli dèi sono vere e proprie miniature alte circa 40 cm, con dettagli accuratissimi e di sorprendente realismo. Come sempre si tratta di pezzi unici di qualità eccelsa, realizzati in esclusiva per l’imperatore Adriano.

Ares porta un elmo corinzio col cimiero sorretto da una figurina di grifo alato vicino al quale è un piccolo leone.

Afrodite ha un fiore di loto nella mano sinistra. Indossa una mantella sollevata dal vento, e sulla manica del chitone si vedono piccoli bottoni rotondi.
Atena ha un elmo attico col cimiero sorretto da una figurina di Sfinge (di cui si intravede la testa), fiancheggiata da due cavalli alati. Sulle spalle scendono lunghe ciocche di capelli che in parte nascondono l’Egida con squame e piccole teste di serpente. Tiene in mano una coppa dalla quale si abbevera un enorme serpente.

Zeus è vestito della sola clamide, riccamente drappeggiata sulla spalla e sul braccio sinistro che regge lo scettro. Nella mano destra, dove si vedono persino le vene, impugna il fulmine.

Nel 1766 Thomas Jenkins – uno dei più intraprendenti mercanti d’arte in Roma – li acquistò dai principi Barberini per rivenderli a qualche nobile inglese.

Per fortuna Winckelmann e il cardinale Albani (all’epoca Direttore delle Arti a Roma) ne impedirono l’esportazione, così i Candelabri furono uno dei primi acquisti del Museo Pio-Clementino appena fondato.

Rif. Bibliografico
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