, quando il Sole sembrava stentasse a risorgere e la morte apparente della Natura andava esorcizzata con speciali rituali, affinché il Sole riprendesse il suo corso.
molto simile alle nostre feste di Natale e Capodanno. Si scambiavano regali, si preparava un grande banchetto per allietare la lunga veglia notturna, in attesa che sorgesse il Sole del nuovo anno. Vi era un gioco molto simile all’odierna tombola: i numeri estratti avevano anche funzioni oracolari, e servivano a predire il futuro.
Molti edifici romani sono orientati in modo da creare «effetti speciali» luminosi proprio nei giorni del Solstizio Invernale. Lo abbiamo scoperto nella Villa Adriana di Tivoli, negli edifici di Roccabruna e Accademia. Nell’
Accademia il Sole entra da una porta e i suoi raggi illuminano l’edificio per tutta la sua lunghezza, attraversando anche
il Tempio di Apollo, nei giorni del Solstizio invernale ed estivo.
A Roccabruna stessa cosa avveniva nel
Tempietto al piano superiore (andato distrutto), dove il Sole entrava dalla porta principale, situata in cima ad una gradinata. Il Tempietto doveva somigliare a quello che si vede in un affresco di Ercolano, preceduto da una gradinata.
Nella
sala a cupola del piano inferiore di Roccabruna uno speciale condotto luminoso crea ancor oggi un Cerchio di Luce nei giorni del Solstizio invernale, mentre in quelli del Solstizio estivo si vede una Lama di Luce.
Le illuminazioni erano un segnale sacro luminoso: quelli erano i giorni giusti per celebrare rituali legati ai Saturnalia e a Fors Fortuna, come spieghiamo in dettaglio nel nostro libro «
Villa Adriana. Architettura Celeste. I Segreti dei Solstizi» che potete acquistare in questo sito.
Originariamente i Saturnalia erano dedicati al dio Saturno. Quando venne sostituito da Dioniso, ai vecchi rituali si aggiunsero le feste sfrenate e le abbondanti libagioni tipiche del suo culto. Negozi, scuole e tribunali venivano chiusi, le guerre erano sospese.
Nel III secolo d.C. ai Saturnalia si affiancò il culto del Sol Invictus, divinità solare d’origine orientale che fu importata dall’imperatore Elagabalo nel 218 d.C. e poi da Aureliano, che nel 274 d.C. ne fece il culto di Stato ufficiale. Il dio Sole era Dominus Populi romani, e l’imperatore Aureliano divenne Dominus et Deus, divinizzato già in vita in quanto discendente del dio Sole per nascita.
Il Sol invictus era il Sole invincibile, che rinasceva ogni giorno ed ogni anno a nuova vita e sconfiggeva le tenebre e la Morte
. L’imperatore Adriano era raffigurato come Sol Invictus alla guida della Quadriga del Sole, una scultura in bronzo che sembra fosse in cima al suo Mausoleo, l’attuale Castel Sant’Angelo a Roma.