dell'antichità romana, viene ricordato per la sua cultura, l'amore per le arti e per gli straordinari edifici che ci ha lasciato, fra i quali il
sepolcrale (l’attuale Castel Sant’Angelo).
La sua figura è controversa perché le fonti antiche, tutt'altro che imparziali, ricordano come alla fine del suo regno fosse odiato per la sua crudeltà, al punto che il suo successore Antonino Pio dovette più volte insistere presso il Senato per ottenere la sua divinizzazione. Ma all’inizio del suo regno si dimostrò amministratore oculato, promosse importanti riforme e fu tollerante anche verso i cristiani.
Fondamentale nella sua vita fu il rapporto con Traiano, (Fig. 1.3) col quale era imparentato. Rimasto orfano del padre nell'85 d.C. fu affidato a Traiano e ad Acilio Attiano e iniziò la carriera politica a Roma. Ottimo comandante, seguì Traiano nelle due guerre in Dacia; ebbe il comando delle legioni per le guerre contro i Parti e represse duramente le rivolte in Giudea.
Sposò Vibia Sabina, pronipote di Traiano, rafforzando i legami familiari. Dopo la vittoria sui Parti venne nominato Cesare, il che equivaleva ad una nomina ufficiale a successore. L’imperatrice Plotina si adoperò per favorire la sua successione al marito, che lo adottò in punto di morte.
Divenuto imperatore, per prima cosa Adriano chiese al Senato di tributare a Traiano gli onori che gli spettavano, a cominciare dal trionfo sui Parti, e di decretarne la divinizzazione; altrettanto fece con Plotina.
Controverso e conflittuale fu invece il rapporto col Senato: ebbe inizio con una congiura di due senatori e due generali, che poi vennero condannati a morte. Il conflitto di potere fra l’aristocrazia senatoria e l’imperatore fu una costante fin dal tempo di Augusto; il Senato non gradiva la graduale riduzione del proprio potere, operata da Adriano con una serie di riforme legislative e amministrative che accentrarono il comando nelle mani dell’imperatore e della sua Corte.
In ambito religioso Adriano fu iniziato ai Misteri Eleusini, ma al contempo si proclamò custode delle tradizioni romane, restaurò o costruì nuovi templi in tutto l'impero e in particolar modo in Grecia e ad Atene. I cerimoniali dei culti misterici importati a Roma vennero modificati per adattarli alle antiche tradizioni, promuovendo il sincretismo con preesistenti culti italici o latini.
Secondo l’
Historia Augusta, Adriano coltivò l’astrologia e l'astronomia (che all'epoca erano un'unica disciplina) vantandosi di aver previsto tutti gli avvenimenti della sua vita, perfino l’ora in cui sarebbe morto.
Appassionato della cultura e dell’arte greca venne soprannominato «graeculus» e fu il primo imperatore a portare la barba. Si dedicò alla scrittura (ma i suoi scritti sono andati perduti) e alla filosofia. Si proclamava esperto di pittura, scultura e architettura, al punto che si pensa che la Villa Adriana di Tivoli sia stata progettata da lui.
Celebre il suo rapporto conflittuale con Apollodoro di Damasco, il grande architetto che progettò il Foro di Traiano e probabilmente anche il Pantheon. Secondo la leggenda sembra che sia stato messo a morte da Adriano per aver sprezzantemente definito «zucche» le cupole a spicchi tipiche dell’architettura adrianea.